Significato
Una delle civiltà che ha maggiormente valorizzato i tatuaggi, fin dall’antichità, è certamente quella celtica.
I Celti utilizzavano i tatuaggi principalmente come simbolo di appartenenza a un clan o a una stirpe guerriera.
Dobbiamo tenere a mente che i Celti non amavano molto la scrittura, anzi addirittura, come informa Giulio Cesare nei suoi Commentarii De Bello Gallico, la proibivano per la trascrizione della sapienza poetica e religiosa, il che sottolinea il carattere fortemente elitario della loro cultura.
In un tale contesto, dunque, il tatuaggio poteva diventare un vero sistema di comunicazione, capace di trasmettere immediatamente caratteristiche e informazioni fondamentali sull’individuo che lo portava.
Si tratta di un’usanza riservata ai guerrieri: nella mentalità celtica la guerra è l’onore più alto per un uomo e i tatuaggi avevano anche il compito di intimidire i nemici, tanto più che i Celti erano soliti scendere in battaglia a torso nudo.
I più comuni e il loro significato
Dal punto di vista formale, i tatuaggi celtici sono tantissimi, di conseguenza anche i loro significati variano notevolmente da caso a caso.
Il più comune è sicuramente il nodo, i cui lacci intrecciati rappresentano gli infiniti collegamenti tra mondo fisico e spirituale, quindi anche il ciclo continuo di morte e rinascita; concetto espresso anche dalla triquetra, la trinità celtica, le cui tre punte richiamano i legami tra mente, corpo e spirito.
Poi troviamo i tatuaggi stilizzati in nero raffiguranti animali, come lupi, tigri e aquile, che simboleggiano coraggio, ferocia guerriera e protezione; tra le donne celtiche, invece, era diffuso il tatuaggio della farfalla.